Ciao ciao, come state? Quanto tempo!
Bene, basta convenevoli. Oggi mi è tornata voglia di scrivere un post da Terzilla, ed eccomi qua.
Dopo quasi un anno di scuola, dopo aver deciso con sollievo che no, l’insegnamento non è il mio mestiere ma solo lavoro-pagnotta, anche se questo non implica che debba farlo male – posso occuparmi senza acrimonia di quella che mi sembra una buona notizia.
L’ITIS Majorana di Brindisi* da qualche tempo è capofila di un progetto che si chiama Book In Progress*. Di che si tratta? Su iniziativa del Dirigente Scolastico, i/le docenti [per ora delle materie scientifiche] si sono impegnati a scrivere le proprie dispense, a fornire le lezioni online* con tanto di sottotitoli per ovviare fraintendimenti, e a trasformare le ore in classe in ore di prove pratiche e di verifica dell’apprendimento, con largo spazio anche per le iniziative dei/lle discenti. Risultati? La media delle prove Invalsi dell’istituto supera di dieci punti quella nazionale (fonte: trasmissione del 5/4/2013 di Capital in the World*).
Ecco, credo che se la Scuola Pubblica vuole salvare se stessa deve sperimentarsi in azioni di questo tipo: 24 ore di insegnamento? va bene, ma tutte attive. Le lezioni ‘in cattedra’ si fanno una volta per tutte e valgono per l’intero ciclo di cinque anni, in aula si collabora tutti insieme e si sperimenta.
Certo, non possono farlo due o tre insegnanti, deve essere un progetto comune e, appunto, in progress. Ma, chissà – forse questi sono segnali di rinnovamento che non si perderà in un bicchiere d’acqua.
Ad maiora!